Nessun ritorno sicuro a casa per oltre un milione di rifugiati

Crisi Rohingya, nuove violenze in Myanmar

By ActionAid

August 23, 2019

A due anni dall’inizio della crisi, ActionAid è al fianco delle donne vittime  di violenze che chiedono giustizia e sicurezza

A due anni di distanza dalle atroci violenze in Myanmar, che hanno costretto più di 740.000 persone della minoranza Rohingya a fuggire verso il Bangladesh per salvarsi, la crisi umanitaria nel campo di accoglienza di Cox’s Bazar resta una delle più gravi al mondo. L’aumento dei casi di violazioni e abusi in Myanmar nei villaggi di origine dei rifugiati ha creato una situazione di stallo per il milione di persone che vivono intorno a Cox’s Bazar, costrette a restare lontane dalle proprie case. Le condizioni di vita dei rifugiati sono rese ancora più difficili dalle distruzioni causate dalle imponenti piogge monsoniche. Da aprile, almeno 50mila rifugiati hanno visto i loro ripari danneggiati o distrutti, le tempeste hanno colpito le infrastrutture igieniche, le scuole temporanee, gli spazi dedicati alla protezione delle donne, lasciando migliaia di persone confinate dentro i propri rifugi.

Il rimpatrio

Fin da agosto 2017 siamo presenti per fornire assistenza ai rifugiati nella vastissima area. Esprimiamo grande preoccupazione per la decisione del 22 agosto scorso del governo del Myanmar che ha individuato i primi 3.450 rifugiati Rohingya idonei a tornare nello Stato di Rakhine. Il governo del Bangladesh ha dichiarato che il rimpatrio sarà volontario. I rifugiati conoscendo il clima di violenza che li attende temono però per le proprie vite. Chiediamo quindi che qualsiasi rimpatrio sia informato, volontario, dignitoso e sicuro.

“La comunità internazionale deve prestare particolare attenzione alle donne Rohingya, che chiedono una soluzione della crisi che renda giustizia a tutte loro” afferma Rachid Boumnijel, vicedirettore per gli aiuti umanitari di ActionAid UK. Il nostro impegno si è concentrato nel supporto alle donne, attraverso la fornitura di assistenza alimentare, kit e servizi igienico – sanitari, acqua, sostenendo i loro diritti nei processi decisionali della gestione dei campi e dando assistenza diretta alle donne che denunciano violenze di genere. Ad oggi, lavorando con i nostri partner locali, abbiamo raggiunto oltre 70mila rifugiati Rohingya, di cui più di 40mila donne e ragazze.

"Le donne e le ragazze Rohingya stanno sopportando il peso più grande di questa crisi. – continua Rachid Boumnijel, vicedirettore per gli aiuti umanitari di ActionAid UK. Molte tra loro hanno subito violenze sessuali, hanno visto i loro parenti uccisi e hanno guidato da sole le proprie famiglie in un viaggio pericoloso e traumatico attraverso il confine tra i due Paesi. Oggi, donne e ragazze sono minacciate dalla violenza fisica e psicologica nei campi e hanno l'onere di sostenere da sole le famiglie. Queste donne e ragazze devono essere dotate di tutte le informazioni di cui hanno bisogno prima di accettare di tornare e non ci deve essere un ritorno forzato. La loro sicurezza e la protezione dalle continue violenze devono essere garantite".

Il coordinamento degli aiuti

Negli ultimi mesi abbiamo coordinato le attività di emergenza per salvare i dispersi, rispondere ai bisogni dei rifugiati colpiti dalle conseguenze dei monsoni. Si occupa di fornire sacchi di sabbia, bambù, corda, filo zincato e altri materiali da costruzione necessari per la comunità per la ricostruzione e la riparazione delle strutture danneggiate come ponti, passaggi pedonali, scarichi, servizi igienici. Per garantire la partecipazione e il coinvolgimento paritario delle donne nelle operazioni sono stati selezionati 200 volontari che hanno accompagnato le attività nei campi.