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La scuola riparte ma non per tutti. Un anno e mezzo dopo l'inizio della pandemia, per oltre cento milioni di studenti nel mondo le classi restano chiuse.
Lo stop - totale o parziale - negli ultimi 18 mesi è stato per milioni di bambini e adolescenti in media di 34 settimane (oltre otto mesi) con effetti deleteri su povertà educativa, abbandono scolastico nonché matrimoni forzati e gravidanze precoci. L'Italia non fa eccezione.
Nel nostro Paese, come altrove, la pandemia ha accentuato fragilità pregresse e ampliato la forbice delle disuguaglianze. A pagare il prezzo più alto sono stati, ancora una volta, i più vulnerabili, i minori provenienti da contesti socio-economici svantaggiati. C’è dunque bisogno oggi più che mai di proseguire, e intensificare, gli sforzi per garantire a tutti, in Italia e nel mondo, il diritto all’istruzione.
Per questo noi di ActionAid rinnoviamo l’impegno nella lotta contro povertà educativa e abbandono scolastico con la campagna “Tutti a Scuola!”. L’iniziativa solidale è attiva fino al 31 ottobre. Per donare basta un sms o una chiamata da rete fissa al numero 45511.
«La crisi innescata dalla pandemia ha confermato, una volta di più, il legame strettissimo e drammatico tra povertà economica e povertà educativa. Negare il diritto all’istruzione ai bambini e alle bambine significa precludere loro l’unica strada verso un futuro migliore. Per questo è necessario raddoppiare gli sforzi affinché nessuno resti indietro», commenta Katia Scannavini, vice segretaria generale di ActionAid Italia.
In Italia il progetto coinvolge circa 3mila studenti e punta a contrastare la dispersione scolastica attraverso la riqualificazione di spazi fisici di partecipazione e aggregazione all’interno di 4 plessi scolastici tra Bari, Reggio Calabria, Milano e Palermo, in aree caratterizzate da forte disagio sociale e un alto tasso di abbandono scolastico, ben al di sopra della media nazionale (13,1%) e dell’obiettivo europeo (10%). Quartieri periferici dove il prolungato isolamento dalla comunità educante non ha fatto che acuire la povertà educativa e il rischio dispersione.
In Malawi costruiremo aule al coperto e servizi igienici per la scuola primaria di Chikunkha, nel distretto settentrionale di Nsanje, con l’obiettivo di garantire un’istruzione pubblica di qualità a oltre 6mila alunni, costretti a fare lezione all’aperto dopo l’alluvione che nel 2015 ha reso inagibile gran parte delle classi.
Fenomeni climatici estremi e disastri naturali ciclicamente funestano il Paese africano con ripercussioni drammatiche sul diritto all’istruzione oltreché sull’economia e sulla sicurezza alimentare. Ultimo in ordine di tempo, il ciclone Idai nel 2019 ha distrutto gran parte delle scuole e i pochi edifici rimasti in piedi sono stati destinati all’accoglienza degli sfollati. La pandemia infine ha causato la chiusura totale delle scuole. E al rientro in classe moltissime alunne mancavano all’appello.
Secondo le stime del governo malawiano, sono almeno 3mila le spose bambine e almeno 2mila le gravidanze precoci registrate nel solo distretto di Nsanje in sei mesi di chiusura. A livello nazionale, dall’inizio della pandemia le gravidanze tra le ragazzine hanno superato quota 40mila, i matrimoni forzati oltre 13mila. Nel Paese le famiglie – impoverite e affamate ulteriormente dalla pandemia – ricorrono al matrimonio come meccanismo di sopravvivenza. Un fenomeno molto diffuso che con il nostro progetto vogliamo arginare attraverso percorsi di segnalazione e monitoraggio promossi in collaborazione con le istituzioni locali.
«A causa del Covid-19 la mia scuola è stata chiusa. Sono rimasta a casa per molti mesi. Il mio papà allora ha deciso che dovevo sposarmi. Mia madre si è opposta. Anche io ho detto che non volevo», racconta la 14enne Aleke Daniel, studentessa della Chikunkha.
Il Malawi non a caso detiene un triste primato. È uno dei Paesi con il più alto tasso di matrimoni forzati al mondo, con circa il 42% delle ragazze sposate prima dei 18 anni e il 9% delle spose bambine minori di 15. Eppure il Paese non rappresenta un caso isolato. È piuttosto l’emblema di un fenomeno ampiamente diffuso che la pandemia ha aggravato con conseguenze drammatiche su bambine e adolescenti. Nel mondo si stima siano 650 milioni le donne che hanno contratto il matrimonio prima dei 18 anni. E ogni anno 12 milioni di ragazze diventano mogli prima dell’età adulta.
E una sposa bambina che diventa madre corre rischi altissimi per la propria salute. Si stima aumentino fino al 50% le possibilità di morte per sé e per il bambino nei primi giorni di vita. Senza contare i rischi durante il parto: dalla rottura della placenta alla fistola ostetrica fino alla morte.
Per accendere i riflettori su povertà educativa e abbandono scolastico in Italia e in Malawi, il 10 ottobre in venti piazze tra Milano, Roma e Napoli tornano i nostri volontari con “Dream Book”, iniziativa solidale giunta alla terza edizione. Con un piccolo contributo sarà possibile acquistare «il quaderno che realizza i sogni dei bambini» e sostenere la campagna “Tutti a Scuola!”.
Alla campagna danno il loro supporto i testimonial di ActionAid, tra i quali l’attrice Claudia Gerini, il collettivo artistico The Jackal, la ginnasta Vanessa Ferrari, la marciatrice Eleonora Giorgi, l’allenatore della Nazionale di pallanuoto italiana Sandro Campagna, lo schermidore Daniele Garozzo e l’atleta Filippo Tortu, medaglia d’oro alle ultime olimpiadi di Tokyo.
1 – 31 ottobre 2021 - Numero Solidale: 45511