La condizione delle donne in Afghanistan
Emarginate. Percosse. Umiliate. Sia fisicamente, sia psicologicamente. Nonostante i cambiamenti che ci sono stati negli ultimi anni. Ecco come vivono le donne in Afghanistan. Una condizione denunciata da queste due testimonianze.
Shamela
Aveva appena nove anni quando fu promessa in sposa a suo cugino. Da allora, è stato come una sorta di lungo calvario durato otto anni. Fino al giorno in cui, all’età di 17 anni, è stata costretta sposarsi. Shamela tentò di opporsi in tutti i modi, ma inutilmente, perché gli adulti stringono questi “accordi” senza il permesso di nessuno, molte volte solo per appianare problemi economici. Shamela sposò l’uomo che le era stato imposto. Il calvario divenne un inferno. Suo marito la picchiava e abusava di lei ogni giorno.
Fatima
Anche lei era giovanissima quando fu costretta a sposarsi. Fatima aveva 13 anni e fu data in moglie ad un uomo molto più anziano di lei che la picchiava ogni giorno, perché lei non riusciva ad avere bambini. Fatima tentò di scappare. Un tentativo che fallì. Il marito riuscì a riprenderla e a portarla a casa. Divenne, se possibile, ancora più violento. Un giorno, arrivò quasi a ucciderla di botte.
La situazione
- Secondo una stima, le donne afghane costrette a sposarsi in maniera forzata e spesso precoce sono il 60-80 per cento.
- In media, ogni donna afghana ha sei figli.
- Le bambine costrette a sposarsi hanno maggiori probabilità di subire violenza sessuale e violenza fisica: subiscono violenza tra i 10 a i 14 anni di età.
- Il 95 per cento dei casi di suicidio in Afghanistan riguarda le donne. La ripetuta violenza fisica e i matrimoni forzati sono le cause più comuni.
Un aiuto per le donne afghane
Le storie di Shamela e Fatima sono a lieto fine. Shamela ha trovato il coraggio di scappare di casa e di rifugiarsi da sua sorella, che l’ha aiutata. Fatima è stata accolta in una “casa sicura”, dove ha ricevuto le cure e il sostegno di cui aveva bisogno. Ma queste sono le testimonianze di due sole persone. In Afghanistan, centinaia di donne vivono nelle stesse condizioni in cui si trovavano Shamela e Fatima. Noi siamo al loro fianco con un progetto CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE.