Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione e cookie di analisi statistica di terze parti. I cookie di analisi possono essere trattati per fini non tecnici da terze parti.
Se accetti di navigare in questo sito, acconsenti all’uso di tutti i cookie e, in particolare, per permetterci di usare cookie di profilazione per aggiornarti sulle nostre attività in maniera personalizzata.
Se vuoi saperne di più Clicca qui.
Il ciclone Amphan si è abbattuto su India e Bangladesh.
Più di tre milioni di persone residenti lungo la costa sono state evacuate prima che il ciclone colpisse i due Paesi, devastando intere aree agricole.
In India, solo nel distretto di Medinipur est (Bengala occidentale) oltre 57.000 sono state le case gravemente danneggiate o distrutte.
In Bangladesh, i crolli degli argini e gli allagamenti hanno distrutto campi e raccolti su ampie zone agricole. Molti agricoltori e pescatori, già provati dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, a causa delle restrizioni imposte per impedire il dilagare del Covid19 hanno perso anche i loro piccoli lavori saltuari e di fortuna.
"Molte persone si sono salvate grazie ai rifugi anticiclone, ma ora la preoccupazione è che il coronavirus si diffonda rapidamente. Le comunità sono già colpite dalla crisi generata dal Covid19. I più poveri ed emarginati, i lavoratori migranti e quanti svolgono un lavoro informale e a giornata dovranno ora affrontare una perdita dei mezzi di sussistenza ancora maggiore" afferma Debabrat Patra, direttore associato di ActionAid India e responsabile della risposta umanitaria.
In Bangladesh, stiamo fornendo supporto alimentare e kit igienici a 1.520 famiglie nelle aree più colpite e prima dell’arrivo del ciclone le squadre di volontari, in coordinamento con le autorità locali, hanno disinfettato e preparato 75 rifugi di emergenza dotandoli di presidi sanitari per il lavaggio delle mani, mascherine e guanti.
A essere colpiti dal ciclone anche la popolazione dei Rohingya.
A Cox’s Bazar vivono oltre 855.000 rifugiati, in un campo sovraffollato e con scarse infrastrutture. Oltre la metà dei profughi non ha un accesso adeguato all’acqua e almeno un terzo non possiede saponi o detergenti. Molte strutture del campo sono situate su pendii collinari instabili, la cui tenuta è stata indebolita dalla rimozione degli alberi, spesso usati come combustibile. Il mantenimento dell'igiene di base è già difficile e molte sono le preoccupazioni su come applicare correttamente le raccomandazioni anticontagio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
A sostenerlo anche Farah Kabir, Country Director di ActionAid Bangladesh: "Le comunità hanno bisogno di un supporto urgente in quanto sono prive di beni di prima necessità come cibo, acqua pulita e materiali per ricostruire le loro case. Anche i controlli sanitari e i materiali per l'igiene personale devono far parte della risposta all'emergenza. Inoltre, la violenza contro le donne e le ragazze aumenta durante le crisi umanitarie e le epidemie, per questo motivo la protezione e un ruolo attivo delle donne devono essere al centro dei piani di risposta all’emergenza”.
Siamo impegnati in prima linea a Cox’s Bazar nella prevenzione e diffusione corretta di informazioni. L'obiettivo è quello di minimizzare i rischi di contagio all'interno del campo, garantendo al tempo stesso che alcuni servizi e assistenza vengano potenziati, come ad esempio quelli rivolti alle donne.
In India, nelle zone costiere del Bengala Occidentale e di Odisha, stiamo sostenendo le famiglie più vulnerabili. A Calcutta, dove almeno 15 persone sono morte, le strade sono state allagate e milioni di persone sono rimaste senza corrente. Le zone più povere delle baraccopoli sono state le più colpite.
Stiamo già lavorando con 5.000 famiglie di senzatetto, 1.000 lavoratori domestici e 2.500 famiglie di lavoratori informali che vivono nelle baraccopoli, fornendo supporto alimentare come parte delle attività previste per rispondere alla crisi generata dal Covid19.
Scopri i nostri interventi per prevenire il contagio in oltre 40 Paesi