Migliorare la qualità della democrazia per costruire una società più equa e giusta per tutti, dove donne, uomini e bambini possano avere pari opportunità e soddisfare i propri bisogni. È questo l’impegno forte e ambizioso che ci assumiamo per i prossimi dieci anni, con la nuova strategia nazionale che abbiamo presentato al MaXXI di Roma il 13 dicembre con un evento che insieme a Marco De Ponte e Pietro Antonioli, rispettivamente Segretario Generale e Presidente di ActionAid, ha visto la partecipazione di diversi protagonisti del mondo dello spettacolo.
Un strategia di lungo periodo con grandi obiettivi, nata dalla voglia di non smettere mai di credere al potere che le persone hanno di realizzare il cambiamento.
La nostra missione per il futuro? Cambiare veramente la società dall’interno, promuovendo spazi di partecipazione democratica, coinvolgendo sempre più persone e comunità nella tutela dei loro diritti e facendo crescere l’equità sociale.
Per fare questo serve dare spazio e potere alle persone e ricostruire fiducia nei processi democratici. In un mondo che si dimostra sempre più fragile e incapace di gestire fenomeni come conflitti e migrazioni causati da povertà, cambiamenti climatici e disuguaglianze sociali, le democrazie occidentali spesso reagiscono chiudendosi sempre di più. Il 51° Rapporto Censis sulla situazione sociale del paese mostra, tra gli altri dati, come il 60% degli italiani sia insoddisfatto di come funziona la democrazia nel nostro Paese, mentre il 64% è convinto che la voce del cittadino non conti nulla.
“La promessa di ActionAid è lavorare con passione e senza sosta per ribaltare questi dati nei prossimi 10 anni”, ha affermato Marco De Ponte nel corso della serata, perché la chiave di volta per il cambiamento, anche per ritrovare fiducia nelle istituzioni, risiede nella partecipazione. Solo con una democrazia pienamente vissuta è possibile raggiungere uno sviluppo sostenibile delle comunità, dei popoli e degli individui.
Per farlo ripartiremo da 3 pilastri per noi fondamentali: diritti, redistribuzione, resilienza sociale e politica.
“I tre pilastri del nostro programma – diritti, redistribuzione e resilienza sociale – si sostengono reciprocamente: i diritti non possono essere soddisfatti senza la redistribuzione del potere e continueranno a essere minacciati se non verrà rafforzata la resilienza di comunità e persone”, ha spiegato Pietro Antonioli.
L’evento si è aperto con una performance video-musicale di Matteo Caccia, che ha raccontato storie di protagonisti di alcuni nostri progetti.
È stato poi il momento dell'intervista non convenzionale di Serena Dandini a Pietro Antonioli e Marco De Ponte.
Protagonista della seconda parte della serata il sillabario della democrazia, interpretato da Lella Costa, Makkox, Michela Andreozzi, Frankie hi-nrg e Ascanio Celestini.
Lella Costa si è esibita in un breve e ironico monologo sulla donna: “Mistero senza fine bello, la donna non è abilitata al plurale in presenza anche di un unico maschio. E pensare che il cromosoma Y, quello maschile, sta perdendo i pezzi, mentre il cromosoma X, quello femminile, se si guasta si ripara da solo”.
Alle migrazioni, Makkox ha dedicato una vignetta e un interrogativo: “Perché anziché costruire muri, barriere, asseraggliandoci nella nostra quotidianità, non creiamo ponti?”.
Michela Andreozzi si è concentrata invece sulla redistribuzione: “In economia, si parla di redistribuzione della ricchezza. Un po' quello che faceva Robin Hood scorrazzando per i sobborghi di Nottingham: toglieva ai ricchi per dare ai poveri. Ma oggi occorre parlare anche della redistribuzione del potenziale di lavoro, che è un diritto”.
È stata poi la volta della resilienza, interpretata da Frankie hi-nrg che ha parlato della resilienza sociale come la maggiore risorse per la propria sopravvivenza regalandoci anche un prezzo rap.
Infine l'onere di confrontarsi con la parola democrazia è stato di Ascanio Celestini: “Ai tanti Ulisse che arrivano dal mare per prima cosa si chiede l’identità. Si devono scusare d’essersi salvata la vita. La democrazia è soprattutto accoglienza e in particolare nei confronti dei più deboli”.
Parole e temi che scandiranno il nostro percorso futuro, guidato da una visione importante. Un mondo equo e giusto per tutti