Due giorni fa un devastante incendio ha travolto Cox's Bazar, il campo profughi in Bangladesh che ospita più di un milione di rifugiati Rohingya. I ripari che ospitavano circa 40mila persone in cinque aree diverse sono stati completamente distrutti.
Dal momento in cui il fuoco ha iniziato a divampare e a devastare il campo rifugiati, abbiamo aiutato 200 persone ad evacuare dalle zone più a rischio per mettersi al sicuro nei nostri centri comunitari. I nostri team di emergenza, che stanno coordinando il ricongiungimento dei bambini dispersi con le loro famiglie, hanno finora preso in carico 11 minori, di cui 10 sono già stati riuniti con i genitori.
Testimonianze
Il capanno di Jahanu Begum è stato completamente bruciato nell'incendio e nel caos che è seguito ha perso di vista entrambi i suoi figli. La donna racconta: "Ero disperata e non sapevo cosa fare. La mia casa era bruciata e ho iniziato a cercare i miei figli tra i resti del campo. Continuavo a pensare a loro e a piangere, sono così piccoli, solo 7 e 9 anni, avevo paura di non rivederli più. Li ho trovati al centro comunitario di ActionAid e ora sono così felice. Ora dovremo vivere con mia madre in un altro campo profughi, perché abbiamo perso tutto quello che avevamo".
Anche Abul Basar ha smarrito suo figlio di 7 anni durante l’incendio. Abul dice: "Quando l'enorme incendio ha inghiottito il campo, mio figlio si è perso tra la folla mentre stavamo scappando dalle fiamme. Ero così spaventato. L'ho perso alle 4 del pomeriggio e non l'ho ritrovato fino alla mezzanotte dopo essere andato al centro comunitario di ActionAid, sono così sollevato".
Farah Kabir, direttore nazionale di ActionAid Bangladesh, racconta: "Le nostre squadre di emergenza stanno sostenendo le famiglie colpite e hanno evacuato in sicurezza circa 200 superstiti. Le persone hanno bisogno immediato di supporto medico, di trovare un alloggio di emergenza, di cibo e di avere accesso sicuro ai servizi igienici. ActionAid Bangladesh ha distribuito oltre 1.200 litri di acqua potabile alle famiglie sfollate. Tuttavia, le strutture che si sono salvate dall’incendio ora sono in sovraffollamento, la priorità più urgente è quella di prevenire la diffusione del Covid-19, ma qui non c’è distanziamento sociale".
Il rischio sanitario al campo, che già prima dell’incendio era sovraffollato e disponeva di scarse infrastrutture, ora è altissimo: i rifugi comunitari e i servizi salvavita, comprese le strutture sanitarie, sono stati danneggiati gravemente. Mentre gli sfollati si stanno rifugiando nei campi vicini, le strutture sanitarie di Cox’s Bazar sono state sollecitate a rimuovere tutte le bombole di gas e di ossigeno. Inoltre, la metà dei profughi non ha un accesso adeguato all’acqua e almeno un terzo non possiede saponi o detergenti.
Siamo attivi a Cox’s Bazar dall’agosto 2017, quando in poche settimane arrivarono in Bangladesh centinaia di migliaia di profughi Rohingya dalla Birmania in fuga dai loro villaggi, distrutti dalle violenze dei gruppi armati. In questi giorni difficili, stiamo continuando a fornire aiuti diretti per garantire la sicurezza delle donne e delle ragazze, dei bambini. Gli spazi sicuri per le donne (WFS) e i Centri per i giovani sono ora organizzati per fornire servizi di protezione e prima necessità dopo l’incendio. Oggi è inoltre iniziata la distribuzione di 3.900 Dignity Kits, Kit di prima emergenza con beni primari e igienici, tra cui assorbenti.