Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione e cookie di analisi statistica di terze parti. I cookie di analisi possono essere trattati per fini non tecnici da terze parti.
Se accetti di navigare in questo sito, acconsenti all’uso di tutti i cookie e, in particolare, per permetterci di usare cookie di profilazione per aggiornarti sulle nostre attività in maniera personalizzata.
Se vuoi saperne di più Clicca qui.
AIDS è un acronimo che sta per Acquired immune deficiency syndrome, in italiano sindrome da immunodeficienza acquisita. Quattro semplici lettere che per milioni di persone nel mondo implicano esistenze segnate per sempre dalla malattia e dall’emarginazione. Questo è l’AIDS.
In tutto il mondo, si stima che ci siano circa 36 milioni e 700mila persone, di entrambi i sessi e di tutte le età, che vivono con l’HIV/AIDS. La maggior parte di loro, per la precisione 34 milioni e 900mila persone, sono adulti di età superiore a 15 anni, distribuiti in maniera pressoché uguale tra uomini e donne.
Fatto un semplice calcolo, dal totale avanzano un milione e 800mila unità circa. Questo è il numero di bambini e di ragazzi (età inferiore a 14 anni) che al giorno d’oggi vivono con l’HIV/AIDS.
Sempre nel 2015, un milione e 100mila persone sono deceduti per cause legate all’HIV/AIDS. Di questi, 110mila erano bambini e ragazzi, di ambo i sessi, di età inferiore a 14 anni.
Del totale delle persone affette da HIV/AIDS, quasi il settanta per cento vive nell’Africa subsahariana. Per la precisione:
Nel 2015, nella sola Africa subsahariana ci sono stati circa 800mila decessi.
Altre zone del mondo dove l’HIV/AIDS è molto diffusa sono l’Asia e il Pacifico (cinque milioni e 100mila persone) e l’America Latina (circa due milioni di persone).
I numeri parlano di un’emergenza. Ma si tratta anche di un’emergenza contro la quale possiamo fare tanto. Perché la diffusione dell’AIDS nel mondo può essere combattuta. Per riuscirci, bisogna:
Le soluzioni, apparentemente, sono semplici. Ma i Paesi più poveri del mondo non se le possono permettere.
DATI: Unaids.org (i dati fanno riferimento al 2015)