Serve un sistema di monitoraggio trasparente sul Reddito di cittadinanza, che consenta ai cittadini di verificare il processo di attuazione della misura.
Per questo proponiamo un piano nazionale affiancato da piani regionali che entrino nel merito nell’implementazione del Reddito e permettano miglioramenti in corso d’opera, e organi che presiedano al processo, con il coinvolgimento della società civile organizzata, impegnata quotidianamente nel contrasto alla povertà sul campo.
Al centro del processo devono essere messe le persone e la possibilità di verificare che le risorse investite riescano davvero a raggiungere l’obiettivo di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Per questo, è necessario: affidare ad un organismo tecnico-scientifico indipendente la raccolta e l’analisi di dati e di indicatori di esito della misura; prevedere un’osservazione continua di un numero sufficiente di centri per l’impiego e comuni o servizi sociali su tutto il territorio nazionale; le piattaforme digitali devono consentire la raccolta di dati riguardanti le persone e i nuclei beneficiari, che consentano di capire i risultati del Reddito.
Efficienti sistemi di monitoraggio e di governance sono assolutamente necessari, vista la complessità della misura che, nonostante le ingenti risorse economiche, benvenute, mostra a nostro avviso alcuni aspetti critici che mettono a rischio il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
In particolare, la misura non affronta la complessità delle cause della mancanza di lavoro; determina con criteri automatici la presa in carico dei nuclei familiari, senza il coinvolgimento degli attori del welfare locale; infine il requisito di 10 anni di residenza mette a repentaglio i processi di integrazione dei cittadini non italiani nel nostro paese.