Il paese più povero dell’Asia dove fame e ingiustizie sono all’ordine del giorno.
L’Afghanistan si caratterizza per una forte frammentazione etnica al suo interno, il che ha comportato una crescente disomogeneità anche a livello politico ed amministrativo.
A tal proposito, l’osservatorio Freedom House ha assegnato al Paese un punteggio di 27 su 100 in relazione alla libertà del popolo afghano, il chè si traduce in un mancato grado di libertà. La popolazione, molto giovane, vive in gran parte in aree rurali e decenni di conflitti hanno portato a grandi flussi migratori verso l’Europa.
Nel cuore dell’Asia centrale, l’Afghanistan è stato sin dall’800 al centro di interessi geostrategici delle grandi potenze.Prima conteso tra l’impero britannico e l’impero russo, durante la guerra fredda l’Afghanistan ha subito l’invasione sovietica innescando una prolungata guerra di resistenza (1979-1989). In seguito, il ritiro dell’Unione Sovietica è coinciso con lo scoppio della guerra civile conclusasi solo con l’avvento del potere dei talebani nel 1996. Con l’attacco alle Torri gemelle nel 2001, le truppe internazionali hanno allontanato dal potere i Talebani che hanno continuato, però, la lotta contro l’amministrazione centrale afghana e tutt’oggi operano nel Paese secondo le modalità dell’insurrezione.
La guerra continua ha anche causato l’arretratezza delle condizioni sociali e sanitarie facendo si che il Paese abbia tra più alti livelli di mortalità infantile, infatti ogni 1.000 nati sotto i 5 anni, c’è un tasso di mortalità pari a 68 bambini ogni mille. A questo si unisce la scarsità d’acqua e la malnutrizione al 30%. Ciononostante, con la fine del regime talebano alcuni diritti sociali sono stati concessi ed è diminuita la segregazione delle donne, anche se nella società tribale afghana le discriminazioni continuano a persistere, caratterizzata da un forte analfabetismo.
IL NOSTRO LAVORO IN AFGHANISTAN
- Progetti realizzati: 15 di cui 6 finanziati direttamente da ActionAid Italia
- Bambini afghani sostenuti a distanza da donatori italiani: 3049
- Persone raggiunte grazie alle attività sul campo: 190 mila di cui 92 mila donne e 98 mila uomini
In Afghanistan lavoriamo da anni per rafforzare i diritti delle donne.
Solo nel 2018, grazie alle attività che abbiamo realizzato sul campo 3.075 donne membri dei circoli Reflect hanno partecipato a corsi di alfabetizzazione della durata di 9 mesi dopo cui hanno ricevuto il certificato ufficiale dal Ministero dell’istruzione.
Inoltre, grazie al lavoro di 45 donne para-legali formate da noi negli anni passati, abbiamo potuto risolvere 342 casi di violenza di genere che poi sono stati affidati agli uffici competenti. Altre 60 donne vittime di violenza hanno ricevuto supporto psico-sociale, economico e la possibilità di poter partecipare a dei corsi di formazione per accrescere le proprie competenze.
Per rafforzare le competenze economiche delle donne, abbiamo organizzato dei corsi di formazione a cui hanno partecipato 1.170 donne. Le destinatarie del nostro progetto sono poi state supportate per costituire un proprio business su processi caseari, di lavorazione a maglia, produzione di confetture, sottaceti e dolciumi.
Oltre alle attività di rafforzamento delle competenze destinate direttamente alle donne, lo scorso anno abbiamo organizzato training per 345 Consigli comunitari per lo sviluppo e 96 leader religiosi sul tema del ruolo della donna all'interno della società e su come rimuovere quelle barriere sociali culturali e religiose.
Infine, abbiamo mobilitato 198 comunità con l’obiettivo di promuovere un processo di governance democratico all’interno dei Consigli comunitari per lo sviluppo e al livello di nazionale. L'Afghanistan negli ultimi anni ha subìto il forte effetto dei cambiamenti climatici: siccità, alluvioni, fortissime nevicate causando difficoltà estreme per milioni di comunità già attanagliate da estrema povertà. Per questo motivo abbiamo scelto di lavorare per rafforzare le competenze di 1.995 donne e 190 uomini sulle tecniche agricole resilienti al clima e sulla diversificazione delle colture, tutto ciò, mirato ad accrescere la sicurezza alimentare delle comunità.