Il Paese con il più alto tasso di denutrizione al mondo.
Haiti è uno dei Paesi più poveri del Continente americano, infatti si colloca al 168° posto (su 189 Paesi) dell’Indice di Sviluppo Umano. Conta una popolazione di quasi 11 milioni di persone, di cui il 25% vive con meno di 2 dollari al giorno e il 50,8 % vive con meno di 3,2 dollari al giorno.
La popolazione impegnata in attività agricole supera il 60%, senza riuscire però ad assicurare l’autosufficienza alimentare del Paese. Haiti, infatti, è il Paese più denutrito al mondo. Più della metà della popolazione (53,40%) soffre di grave deperimento organico causato da insufficiente o scorretto apporto calorico giornaliero e il 43,6 % dei bambini tra 0-5 anni soffrono di malnutrizione.
Ad Haiti la mortalità infantile è molto alta, si calcola infatti che circa 72 bambini ogni 1.000 muoiano prima dei 5 anni di vita.
Secondo l’osservatorio politico Freedom House, Haiti è un Paese parzialmente libero; le elezioni nel Paese sono regolarmente caratterizzate da ritardi, frodi e violenze e il sistema politico è minato dalla corruzione.
La sua economia, già negativamente condizionata dall’instabilità politica, è stata resa ancor più fragile dai devastanti effetti del terremoto del gennaio 2010 e dell’uragano Matthew.
Terremoto
Nel 2010 Haiti è stata colpita da un terremoto con epicentro a 15 km dalla capitale Port au Prince. Questa catastrofe ha ucciso circa 300.000 persone, lasciando senza casa 2 milioni di abitanti e provocando una crisi sanitaria tuttora in corso. A nove anni dal disastro, Haiti conta ancora oltre 40.000 sfollati. Nel 2018, 30.000 persone risiedevano nei campi per sfollati.
IL NOSTRO LAVORO IN HAITI
- Progetti realizzati: 16 di cui 2 finanziati direttamente da ActionAid Italia
- Bambini sostenuti a distanza: 1.930 da donatori italiani
- Persone raggiunte grazie alle attività sul campo: 5.000 di cui 3.000 donne e 2.000 uomini
Lavoriamo ad Haiti dal 1997. Nel 2011, l’anno successivo al terremoto, più di 400 famiglie di agricoltori (circa 3.500 persone) sono rimaste senza terra nella zona Nord dell’isola, a causa della realizzazione di un progetto di ricostruzione post terremoto: il Caracol Industrial Park.
Dopo un lungo lavoro di mobilitazione e di lobby portato avanti da noi, da altre organizzazioni internazionali e da parte del collettivo degli agricoltori di Caracol, l’8 dicembre del 2018 si è raggiunto un accordo con il Governo nazionale e la banca interamericana (la banca finanziatrice del progetto):
“Finalmente abbiamo scritto una pagina della storia di Haiti. Questa è la prima volta che gli agricoltori di Haiti si alzano in piedi e vengono ascoltati” dice Milostene Castin, Coordinatore del Partner AREDE.
L’accordo prevede che i contadini debbano ricevere appezzamenti terrieri, opportunità di lavoro, corsi di formazione e supporto alle microimprese a guida femminile.
“Dopo che la nostra terra ci è stata portata via, noi donne abbiamo vissuto una situazione difficile. Non avevamo più le entrate economiche proveniente dal commercio della produzione agricola che eravamo abituate a vendere. Non vedevamo alcun futuro davanti a noi. Con l’accordo che abbiamo firmato, ora speriamo che le nostre vite possano cambiare” dice Seliana Marcelus, una delle donne contadine.
Nel 2018, abbiamo lanciato una campagna contro la violenza sulle donne e i minori a Lacahobas. La campagna mira a promuovere e a sensibilizzare giovani donne sul tema della protezione del corpo, sull’identificazione dei comportamenti scorretti degli uomini e sulle modalità per chiedere aiuto alla propria famiglia.
Al progetto hanno partecipato anche un gruppo di psicologhe specializzate che si sono impegnate a fornire informazioni sul tema. Nel Paese lavoriamo anche per promuovere un’istruzione di qualità. Organizziamo corsi di formazione indirizzati ai giovani, per migliorare la loro conoscenza dei diritti fondamentali all’istruzione.