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In Uganda, il livello di analfabetismo è ancora oggi elevatissimo: su 43 milioni di abitanti, il 79% delle ragazze ed il 72% dei ragazzi non frequentano la scuola. Inoltre, più di 23 milioni di ugandesi non hanno accesso diretto all’acqua potabile e molti di loro sono costretti a percorrere decine di chilometri per raggiungere fonti accessibili, che sono però spesso inquinate. Periodi di siccità molto prolungati danneggiano l’agricoltura e provocano crisi alimentari. Le malattie infettive, causate dalla mancanza di igiene, sono diffuse ovunque e colpiscono soprattutto bambini e donne in stato di gravidanza. A peggiorare questa situazione, la piaga dell’HIV affligge ancora oggi oltre 2,5 milioni di persone. La violenza sulle donne ha un tasso d’incidenza elevatissimo, con il 51% della popolazione femminile che subisce violenza o abusi sessuali. Per quanto riguarda la situazione migratoria, questa si concentra maggiormente all’interno del continente africano. Dunque, secondo dati del 2018 si stima che tra le 500.000 e il milione di persone siano migrate dal vicino Sud Sudan all’Uganda, mentre sono tra le 200.000 e le 500.000 le persone migrate nel Paese dalla Rep. Dem. del Congo. Sono invece tra i 200.000 e i 500.000 gli ugandesi emigrati verso il Kenya. Abbiamo aperto il nostro ufficio a Kampala nel 1982. Abbiamo lavorato con giovani agricoltori titolari di piccole e medie imprese per potenziare l’agricoltura sostenibile e resiliente al clima, coinvolgendo oltre 4.200 persone.
Un Paese dove le risorse scarseggiano e dove il tasso di mortalità infantile è tra i più alti del Continente africano.
IL NOSTRO LAVORO IN UGANDA
Nel 2018 abbiamo costruito 10 rifugi per la protezione delle donne, garantendo supporto alle vittime di violenza. Abbiamo organizzato incontri e conferenze per promuovere i diritti sull’accesso alla proprietà e al controllo della terra e abbiamo offerto supporto legale alle donne coinvolte in dispute sulla proprietà e la gestione dei terreni agricoli.
Supportiamo le comunità nel dialogo con le istituzioni affinché vengano rispettate le libertà civili, siano assicurati sistemi educativi e sanitari di qualità e vengano create le infrastrutture adeguate per la gestione delle risorse naturali. Abbiamo sostenuto le proteste di 234 residenti di Apaa per rivendicare il proprio diritto alla terra.
Inoltre, ci siamo spesi in attività di advocacy contro la riduzione dello spazio politico a sostegno dei difensori dei diritti umani e abbiamo supportato i giovani del Paese offrendo loro degli spazi di partecipazione, come ad esempio una piattaforma globale dove confrontarsi sui temi legati all’innovazione e condividere esperienze con i giovani di altri Paesi.(Fonti)