Guerra Civile
Il Burundi soffre ancora oggi le conseguenze di una guerra civile durata 12 anni e terminata nel 2005, che ha causato migliaia di morti e circa 250.000 sfollati, un terzo dei quali ha trovato rifugio nei Paesi vicini.
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Il Burundi è uno dei Paesi più poveri dell’Africa e uno dei dieci Paesi più poveri al mondo: il 71,3 % della sua popolazione vive con meno di 1,9 dollari al giorno.
Secondo l’osservatorio sui diritti e le libertà civili Freedom House, i progressi democratici ottenuti dopo la fine della guerra civile (terminata nel 2005) sono stati vanificati da una nuova ondata di politica autoritaria, che usa la repressione e la violenza contro gli oppositori e non garantisce alla popolazione i diritti di base.
La criminalità e la presenza di bande armate sono diffuse, anche in ragione delle persistenti difficoltà economiche cui è sottoposta la popolazione.
Il Burundi soffre ancora oggi le conseguenze di una guerra civile durata 12 anni e terminata nel 2005, che ha causato migliaia di morti e circa 250.000 sfollati, un terzo dei quali ha trovato rifugio nei Paesi vicini.
Circa il 50% dei bambini non prosegue il proprio percorso educativo dopo la scuola primaria e le lezioni non sempre sono garantite, a causa della mancanza di insegnanti qualificati e di materiali didattici. In Burundi, c’è un solo insegnante ogni 43 bambini.
In tema di flussi migratori, si stima che siano tra le 200.000 e le 500.000 le persone emigrate dal Paese verso la Repubblica Democratica del Congo e la Tanzania (rilevazioni del 2018).
Dal 1976 lavoriamo in Burundi a fianco di donne e ragazze che vivono in povertà e subiscono ingiustizie, offriamo loro formazione sul tema dei diritti umani e su come lottare per garantire il rispetto dei diritti delle donne.
Nel 2018 abbiamo collaborato per sostenere le reti e i movimenti sociali sviluppati a Ruyigi, Karusi e Rutana e per affrontare con più incisività le questioni legate alla violenza sulle donne.
Promuoviamo l’importanza di rafforzare la leadership tra i giovani, per far sentire la loro voce contro le ingiustizie sociali.
Nelle zone rurali del Burundi, le donne sono le principali produttrici del settore agricolo. Nel 2018, abbiamo sostenuto 1.700 donne contadine raggruppate in 15 cooperative, organizzando corsi di formazione per accrescere la loro conoscenza sulle tecniche di agricoltura resiliente al clima.
Abbiamo distribuito piantine e supporti necessari per far crescere oltre 900.000 alberi con il metodo della agroforestazione, fornito attrezzature per l’imballaggio di semi e consegnato diversi capi di bestiame, con l’obiettivo di implementare la fertilità del suolo grazie alla produzione di letame.
In risposta a diversi casi di malaria, abbiamo fornito assicurazioni sanitarie alle famiglie più povere e vulnerabili, che hanno avuto così la possibilità di accedere a cure mediche gratuite negli ospedali pubblici e nei centri sanitari.