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Purtroppo, le disuguaglianze continuano a perpetuarsi tra generazioni e cristallizzarsi a livello geografico a causa di bassi livelli di apprendimento e abbandoni precoci della scuola. Uno dei punti deboli del sistema scolastico italiano è il sistema di orientamento scuola/scuola e scuola/istruzione terziaria o lavoro. 

L’orientamento ha un ruolo importante nel rafforzare o indebolire la trasmissione intergenerazionale delle diseguaglianze. 

Questo infatti influisce: 

• Sulla durata del percorso di studi e sull’indirizzo di studi scelto dal/la ragazza/o, che, a loro volta, sono due dei fattori che maggiormente determinano le diseguaglianze educative; 

• Sulla dispersione scolastica, in quanto più la scelta non è appropriata e maggiore è la probabilità che il percorso di studi sia accidentato. La dispersione scolastica, a sua volta, è un fattore determinante nelle diseguaglianze educative. 

Dal nostro programma territoriale e dalle ricerche svolte a livello nazionale, emergono criticità evidenti dell’attuale sistema di orientamento, in particolare in contesti più vulnerabili: la carenza di azioni strutturali e sinergiche effettivamente attivate; la scarsa informazione sulle scuole che si possono scegliere; la carenza nel dialogo con le famiglie; la poca collaborazione e co-progettazione fra i soggetti che a livello locale insieme al mondo della scuola sono coinvolti nel percorso di orientamento. A questo si aggiunge la mancanza di enti e figure esperte, l’insufficienza delle risorse a disposizione e gli stereotipi esistenti sugli indirizzi scolastici (In primis, la formazione tecnica e professionale). 

A dicembre 2022 il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha adottato le nuove Linee guida per l’orientamento accompagnate, nella Legge di bilancio 2023, da uno stanziamento triennale di 150 milioni di euro per il “Fondo finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica”.  

La politica promossa dal Ministero dell’istruzione e del Merito è debole e rimane ancora troppo legata a una logica meritocratica e non diretta a eliminare le disuguaglianze e gli ostacoli che impediscono ai e alle giovani di accedere a percorsi che valorizzino le loro competenze e aspirazioni, che li guidino all’autodeterminazione e all’acquisizione di competenze di cittadinanza, prima che alla ricerca di un lavoro. 

È sicuramente problematico anche il ruolo attribuito alla figura dei tutor scolastici, scelti fra il personale che come prima responsabilità dovrebbe avere la didattica, introdotti solo nella scuola secondaria di secondo grado e con una formazione prevista minima rispetto alle enormi responsabilità affidate.  

Infine, rimane ancora debole la fase di monitoraggio e di valutazione, necessaria per rispondere agli obiettivi di prevenzione e contrasto della dispersione e dell’abbandono. 

Quello regionale è un livello privilegiato di programmazione e indirizzo delle politiche di orientamento. Le regioni, infatti, hanno competenza concorrente nell’ambito dell’istruzione e prevalente per quanto concerne l’orientamento lungo tutto il corso della vita, l’orientamento lavorativo e la formazione professionale.  

Per questo motivo abbiamo promosso nel 2024 una ricerca qualitativa sulle azioni di orientamento a livello regionale (Calabria, Campania, Lazio, Lombardia e Sicilia) in e stiamo portando all’attenzione dei decisori le nostre proposte. 

Vuoi approfondire? 
Leggi la pubblicazione ” Orientamento: si può fare sistema?”

Testimonianza

“Oggi noi ragazzi non veniamo aiutati nel creare una prospettiva progettuale sul nostro futuro, conosco molte persone che dopo la scuola non sanno che fare poiché non vengono aiutate nell’orientarsi su un lavoro o studio futuro” 

Valentina, 19 anni – Studentessa coinvolta nel progetto OP-ED a Siracusa

Portiamo avanti un’azione integrata relativa all’orientamento nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado attraverso due linee di intervento sviluppate sulla base degli apprendimenti di quasi un decennio di laboratori scolastici sull’orientamento nelle scuole. Una ha come obbiettivo il rafforzamento delle competenze utili a scegliere e intraprendere con maggiore consapevolezza il proprio percorso, rivolto a studenti e studentesse. La seconda, invece, è volta alla definizione di linee di azione comuni sull’orientamento coinvolgendo docenti e altri attori del territorio. 

È utile e necessario contribuire alla costruzione di sistemi locali di orientamento, nei quali attori appartenenti a diverse filiere istituzionali e non (scuole di diverso ordine e grado, servizi educativi comunali, servizi sociali, enti del terzo settore, centri per l’impiego, ecc.) collaborino al fine di portare avanti azioni coerenti e comuni in questo ambito.