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“Centri d’Italia”: caos, poca trasparenza e condizioni critiche 

L’accoglienza dei migranti in Italia si trova in una situazione sempre più caotica e impenetrabile. Secondo il nostro nuovo report “Accoglienza al collasso. Centri d’Italia 2024” in collaborazione con Openpolis, il governo italiano sta rendendo sempre più difficile accedere ai dati sui centri di accoglienza, mentre il sistema si satura e diventa sempre meno sostenibile. 

Uno dei dati più significativi riguarda i richiedenti asilo provenienti dai cosiddetti “paesi sicuri”. Sebbene molte domande di asilo da paesi “sicuri” (Decreto-legge 158/2024) vengano respinte, non sempre è così. A fine 2023, nei centri SAI (Sistema accoglienza integrazione in capo agli enti locali) si trovavano 12.169 persone da questi paesi (39,3% del totale), segno che non tutti viaggiano in condizioni di sicurezza. Le procedure rapide non si applicano a minori e persone vulnerabili, come le donne (Decreto 133/2023), quindi si stima che nei SAI ci siano circa 5.400 uomini adulti provenienti da questi paesi. 

Un altro problema grave riguarda i minori stranieri non accompagnati (Msna). Nel 2023 la loro presenza nei centri di accoglienza straordinaria è aumentata del 63,9%, con 1.773 minori accolti. Molti di loro finiscono in strutture per adulti, in contesti poco adatti a garantire loro protezione e supporto. A fine agosto 2024, 284 minori risultavano ancora in centri destinati a ospitare adulti, mentre i posti disponibili nei SAI rimanevano limitati. 

Negli ultimi dieci anni, la presenza di donne nei centri SAI è aumentata di cinque volte, un fenomeno accelerato dal decreto-legge 133/2023, che riconosce tutte le donne richiedenti asilo come “vulnerabili”. Tuttavia, i servizi per le donne restano inadeguati, con difficoltà nel rispondere ai bisogni di madri sole, vittime di tratta o di violenza. Inoltre, Inoltre, rispetto agli uomini, le donne restano in media per un periodo più lungo all’interno dei progetti di accoglienza. 

Nonostante un numero di arrivi relativamente gestibile nel 2023 (157.652 persone), il governo continua ad adottare una gestione emergenziale, aumentando le dimensioni dei centri senza un piano efficace. Il numero di strutture con più di 300 posti è cresciuto del 360% nel 2023, portando a situazioni di sovraffollamento critiche. A fine 2023, 105 grandi centri contavano 3.963 persone in eccesso rispetto alla capienza prevista. 

I dati mostrano come in mancanza di una gestione razionale si tende ad aggirare il diritto ad un’accoglienza dignitosa, colpendo le persone migranti. La gestione dell’accoglienza appare sempre meno trasparente: nel 2023, il 71,1% dei contratti per i centri di accoglienza è stato assegnato senza gara pubblica, e nei primi otto mesi del 2024 quasi il 40% delle assegnazioni ha seguito la stessa logica. Parallelamente, le revoche dell’accoglienza (cioè l’espulsione dai centri) sono aumentate drasticamente: da circa 30.500 nel 2022 a 50.900 nel 2023, il sospetto è che siano servite per trovare posti liberandoli ad ogni costo. 

La chiusura del Ministero dell’Interno nel fornire dati è un problema che arriva fino ai tribunali. Nonostante le nostre vittorie legali nel 2020 e nel 2022, il governo continua a negare informazioni cruciali. Il 19 marzo è fissata un’udienza per far valere il diritto all’accesso ai dati. 

Il report evidenzia come la politica migratoria italiana sia caratterizzata da un approccio emergenziale e caotico, con scarsa programmazione e trasparenza, a discapito dei diritti fondamentali delle persone accolte. Se non verranno adottate misure adeguate, il rischio è che il sistema di accoglienza collassi definitivamente.

Photocredit: Guglielmo Mangiapane/Reuters

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