I risultati della ricerca del Tavolo nazionale Asilo e Immigrazione e le proposte per una nuova accoglienza.
"Isolata, rassegnata, con le sole proprie forze. L'accoglienza in Italia vista dagli operatori dei progetti territoriali. Radiografia di un sistema interrotto". Questo il titolo della ricerca i cui risultati sono stati presentati il 22 giugno, durante la conferenza stampa organizzata a Roma dal Tavolo nazionale Asilo e Immigrazione (TAI), del quale ActionAid Italia è membro. Un momento di approfondimento pensato in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, celebrata il 20 giugno, nel corso del quale è emerso lo stato di rassegnazione in cui versa il mondo dell'accoglienza, su cui grava la mancata integrazione con il welfare territoriale e un’eccessiva burocratizzazione, e che nonostante le criticità riesce comunque a raggiungere risultati importanti grazie all'impegno di operatori e operatrici.
Oltre ai risultati dell’indagine - il documento completo verrà rilasciato nelle prossime settimane, qui è disponibile un abstract – i membri del TAI hanno presentato un documento di riflessioni e proposte a partire dai vent'anni della nascita dello SPRAR, il sistema pubblico di accoglienza dei rifugiati e delle persone richiedenti protezione internazionale.
Nel documento, dal titolo: "il sistema che ancora non c'è", emerge, in particolare, come il sistema pubblico di accoglienza - lo SPRAR, oggi SAI - non sia mai stato messo realmente al centro, né in condizioni di divenire un – o meglio il – modello. Al contrario, come anche noi di ActionAid evidenziamo da tempo grazie al lavoro di monitoraggio di recente confluito nella piattaforma www.centriditalia.it e nell'ultimo report dal titolo L'emergenza che non c'è, l'approccio emergenziale, ovverosia la gestione prefettizia, anche di fronte ad una drastica diminuzione delle persone accolte in Italia, continua a rappresentare quasi il 70% dell'intera accoglienza. Un sistema tarato su un'emergenza che però non esiste.
Le richieste principali del tavolo ruotano intorno a delle proposte di modifica ed adeguamento del sistema di accoglienza. Riformando, ad esempio, la volontarietà dell'adesione degli enti locali al sistema SAI, mettendo in pratica un progressivo assorbimento del CAS verso il SAI, promuovendo i piccoli centri a discapito delle grandi concentrazioni e rimettendo al centro il ruolo delle associazioni e degli enti di tutela del diritto.
A fianco a queste richieste ActionAid ritiene fondamentale continuare a rimarcare la quasi totale assenza di trasparenza che da ormai troppo tempo caratterizza il sistema di accoglienza. La mancanza di dati ed informazioni di qualità ha, in questi anni, prodotto gravi ricadute in termini di comprensione del funzionamento del sistema e di controllo sull’utilizzo delle risorse pubbliche. Il vuoto informativo ha inoltre favorito azioni di imprudente e, in alcuni casi, spietata speculazione politica. È difficile comprendere come, in assenza di queste informazioni, sia possibile monitorare e valutare politiche pubbliche così delicate finalizzate a tutelare le persone che hanno vissuto sulla propria pelle situazioni spesso drammatiche.
Ad oggi, 22 giugno, nonostante un obbligo di legge (art. 6 comma 2 bis del D.L. 22 agosto 2014 n. 119, convertito dalla legge 17 ottobre 2014 n. 146), non sappiamo nulla della relazione del ministero dell'interno al parlamento sullo stato del sistema di accoglienza relativa al 2020.
Approfittiamo dell'occasione data dalla conferenza stampa del Tavolo Asilo e dai documenti prodotti per chiedere che si mettano in campo tutte le risorse disponibili per rendere finalmente trasparente la gestione del sistema di accoglienza delle persone rifugiate e richiedenti protezione internazionale.