Questo sito utilizza cookie tecnici per migliorare la tua navigazione e cookie di analisi statistica di terze parti. I cookie di analisi possono essere trattati per fini non tecnici da terze parti.
Se accetti di navigare in questo sito, acconsenti all’uso di tutti i cookie e, in particolare, per permetterci di usare cookie di profilazione per aggiornarti sulle nostre attività in maniera personalizzata.
Se vuoi saperne di più Clicca qui.
20 Settembre 2022
Per esercitare un’ampia sfera di diritti, nella nostra quotidianità entriamo spesso in relazione con la pubblica amministrazione. Per quanto riguarda alcuni temi - ad esempio la centralità delle procedure di rilascio del permesso di soggiorno, affidate nel nostro ordinamento agli uffici immigrazione presso le Questure - è facilmente percepibile qual è la posta in gioco. Il confine tra la condizione di regolarità del soggiorno e lo status di irregolare è spesso determinata, oltre che dalla legge, dalle prassi applicate nel singolo ufficio e, a volte, da funzionario incaricato.
Per quanto riguarda l’esercizio di altri diritti, anche ugualmente importanti, più di rado le procedure applicate dalla pubblica amministrazione sono al centro del dibattito pubblico settoriale. Il tema della residenza è uno di questi: l’importanza dell'anagrafe è spesso sottovalutata. Eppure, il pieno accesso all'esercizio di diritti fondamentali - a cominciare dall’istruzione, dalla sanità, dal welfare - è spesso subordinato all’effettiva registrazione della residenza.
Molte persone fanno frequentemente esperienza dell'esclusione dall’anagrafe. Spesso si tratta di persone precarie dal punto di vista alloggiativo ed esistenziale. Non di rado l’esclusione è determinata da procedure contrarie alla legge, oppure dall’applicazione di norme ingiuste. È uno scenario frastagliato: nonostante le procedure anagrafiche siano uniche in tutto il paese, nel corso del tempo sono proliferate prassi molto diverse da territorio a territorio.
Per provare a mettere ordine in questo caos, è stata inaugurata l’ANPR - anagrafe nazionale della popolazione residente. Ora in Italia è disponibile un unico database con tutti i dati anagrafici delle persone residenti. È anche possibile, da qualche mese, chiedere il cambio di residenza direttamente dal portale dell’ANPR, senza più recarsi negli uffici, fare la fila e compilare il modulo cartaceo.
Si tratta di un’opportunità potenzialmente molto rilevante: la digitalizzazione delle procedure anagrafiche è un’occasione per superare ogni illegittimità e per fare in modo che anche chi è sistematicamente escluso dall’anagrafe - e dai diritti associati - possa essere ricompreso.
La digitalizzazione delle procedure anagrafiche non è una novità di facile lettura. Sono in gioco aspetti cruciali nella relazione tra pubblica amministrazione e cittadinə. Le modalità di accesso al nuovo servizio sono sufficientemente inclusive? Il portale è coerente con il contenuto della normativa? Consentirà il superamento delle illegittimità registrate in questi anni da ricercatorə, attivistə e organizzazioni solidali, o contribuirà alla loro cristallizzazione?
Per provare a ipotizzare risposte plausibili a queste prime domande, ActionAid Italia, ASGI, Avvocato di Strada, fio.PSD ed Enrico Gargiulo, ricercatore di lungo corso sui temi della residenza, hanno elaborato il documento “ANPR e digitalizzazione della dichiarazione anagrafica: quale impatto sui diritti?”. Si tratta di una ricognizione sulle opportunità e sui rischi connessi all’implementazione del cambio di residenza online per tramite del nuovo portale.
È un tentativo - composto a più voci - per aumentare la consapevolezza diffusa sull’importanza delle procedure anagrafiche, interrogare la pubblica amministrazione sull’opportunità di alcune scelte e prevenire la ratifica, su larga scala, delle procedure non conformi osservate, in mille contesti territoriali diversi, in questi anni.