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11 Gennaio 2021
Ho saputo della “Walk for Survival” attraverso un’e-mail che ho ricevuto come parte della comunità ActionAid. Ho poi seguito l’evento di lancio a marzo e subito mi sono sentita coinvolta nell’iniziativa! Mi sono iscritta e ho immediatamente invitato un gruppo di amici runner a unirsi a me e formare una squadra.
Partecipare alla marcia è stata una bella sfida, è stato difficile decidere quanti kilometri porsi come obiettivo. Non sapevo esattamente quanto sarei stata in grado di correre e/o camminare e ho deciso di darmi 100km come obiettivo finale, ma probabilmente avrei potuto osare di più!
Durante il periodo del lockdown, correre era di fatto l’unica opportunità per uscire di casa. Ho corso i miei kilometri nelle pause di lavoro o nei weekend. In breve è diventato un buon modo per ricaricare le pile in questo faticoso anno trascorso prevalentemente in casa!
Ho deciso di partecipare alla campagna perché mi è piaciuta l’idea che non fosse solo una raccolta fondi, ma che permettesse a tutti noi di dare il nostro contributo in termini simbolici e di visibilità. Ho pensato che il messaggio fosse molto forte e che desse un’immagine chiara del sentimento di solidarietà che ci unisce. La metafora del “cammino” è sempre vincente e molto efficace.
In particolare, mi è piaciuta l’idea che fosse qualcosa che tutti potessero permettersi e affrontare. Indipendentemente dall’età, dalla professione, dall’origine geografica o dal reddito, possiamo tutte e tutti metterci in gioco semplicemente mettendoci in cammino con la nostra voglia di cambiamento.
Ho deciso di partecipare alla marcia principalmente perché credo sia importante ricordarci che per cambiare davvero le cose dobbiamo tutti procedere nella stessa direzione e unire le forze. Penso che adesso la priorità sia preservare il nostro pianeta e cambiare radicalmente il nostro stile di vita prima che sia troppo tardi.
È una sfida per l’intera umanità, ma le conseguenze più drammatiche ricadono sempre sui più fragili di noi.