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Lotta alla violenza sul lavoro, un momento storico
Perché la Convenzione OIL 190 è una pietra miliare nella lotta contro la violenza
La ratifica all’unanimità del Senato della Convenzione OIL n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro è un’ottima notizia per l’Italia, che diventa così tra i primissimi Stati firmatari di uno nuovo strumento internazionale che riconosce il diritto a un mondo del lavoro libero dalla violenza e dalle molestie.
La Convenzione riconosce che la violenza e le molestie sono incompatibili con il lavoro dignitoso e il rispetto dei diritti umani fondamentali, evidenziando le ripercussioni sulla salute psicologica, fisica e sessuale delle persone colpite nonché sul loro ambiente familiare e sociale. Rileva inoltre che tali atti sono incompatibili con lo sviluppo di imprese sostenibili e hanno un impatto negativo sull’organizzazione del lavoro, sui rapporti nei luoghi di lavoro, sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, sulla reputazione e la produttività delle imprese.
Approccio innovativo vincente
Molto innovativo l’approccio promosso: inclusivo, integrato e dotato di una prospettiva di genere per intervenire sulle cause all’origine e sui fattori di rischio, compresi stereotipi di genere, forme di discriminazione multiple e squilibri nei rapporti di potere dovuti al genere.
In tale prospettiva, la prevenzione della violenza e delle molestie assume una rilevanza cruciale.
Lo Stato e i datori di lavoro infatti hanno l’obbligo di affermare una cultura del lavoro basata sul rispetto reciproco e sulla dignità dell’essere umano e di promuovere un ambiente generale di tolleranza zero contro comportamenti e pratiche di violenza e di molestie.
Come? Attraverso non solo l’adozione di leggi, regolamenti e risorse ad hoc, ma anche di misure specifiche di orientamento, formazione, sensibilizzazione nei luoghi di lavoro nonché di meccanismi di ricorso e di risarcimento per le vittime.
Cornice e contenuto “rivoluzionari”
La Convenzione OIL 190 si distingue in particolare per quattro elementi, grazie al lavoro di lobbying e advocacy portato avanti in sede di stesura e discussione del documento da molti attori, inclusa la Federazione internazionale di ActionAid che ha promosso una campagna globale al riguardo.
Primo, riconosce che le molestie e la violenza di genere colpiscono sproporzionalmente donne e ragazze. Secondo, rileva che la violenza domestica può avere ripercussioni sull’occupazione, la salute, la sicurezza delle persone colpite. Terzo, stabilisce un ambito di applicazione molto ampio, ovvero tutti i settori, sia privati che pubblici, dell’economia formale e informale, di aree urbane o rurali, indipendentemente dallo status contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori. Infine, si applica a casi di molestie e violenza che si verificano in occasione del lavoro (posto di lavoro), in connessione con il lavoro (luoghi destinati alla pausa, al pranzo, spogliatoi, bagni, uffici retribuzione, alloggi messi a disposizione dal datore di lavoro) o che scaturiscono dal lavoro (durante gli spostamenti per recarsi al lavoro, spostamenti o viaggi di lavoro, formazione o eventi correlati al lavoro).
Alla luce della sua evidente portata innovativa e determinante, è quanto mai fondamentale che la Convenzione, che entrerà in vigore il prossimo giugno, venga ratificata celermente da più Stati possibili.
I dati italiani che preoccupano
Per quanto riguarda l’Italia, la ratifica della Convenzione permette al nostro Pese di dotarsi di un ulteriore strumento di prevenzione e contrasto della violenza, allargando l’ambito di intervento al mondo del lavoro che registra una significativa percentuale di casi di violenza e di molestie.
I dati disponibili sono preoccupanti e rappresentano solo la punta dell’iceberg. Secondo l’Istat (2018), infatti, un milione e 404mila sono le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Si tratta di reati subiti nel 32,4% dei casi giornalmente, nel 17,4% settimanalmente, nel 29,4% mensilmente.
Questo quadro allarmante è in linea con i dati che noi di ActionAid raccogliamo attraverso i progetti realizzati per favorire l’empowerment socio-economico delle donne italiane e straniere impiegate in vari settori del mondo del lavoro. In particolare, attraverso il progetto Cambia Terra attivo in Basilicata, Calabria e Puglia, sono emerse con forza forme diffuse e strutturali di ricatto e violenze a cui sono sottoposte le donne impiegate in agricoltura e a cui è necessario dare pronta risposta.
Un’occasione da non perdere
Noi di ActionAid lavoriamo da anni per promuovere e tutelare il diritto delle donne a vivere una vita senza violenza, chiedendo alle istituzioni e a tutti gli attori coinvolti nella prevenzione, nella protezione e nel contrasto alla violenza di svolgere il proprio ruolo in maniera integrata, sinergica e puntuale.
In questa prospettiva, riteniamo perciò che la ratifica della Convenzione OIL 190 sia una grande occasione per l’Italia per rafforzare le politiche e il sistema anti-violenza già attivi, consentendo a tutte le lavoratrici che subiscono violenza di accedere alle misure di assistenza.
Un’occasione da non mancare per promuovere diffusamente una cultura del rispetto tra i generi negli spazi pubblici e privati, a casa e nei luoghi di lavoro.