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20 Maggio 2022
A inizio 2022, precisamente il 21 gennaio, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di Legge Delega per dotare l’Italia di un Codice della Ricostruzione. Un passo importantissimo e urgente per il nostro Paese, richiesto a gran voce dalla società civile, dalle popolazioni colpite dai tanti sismi, dalle istituzioni locali. Sono passati quasi quattro mesi da quella data e il testo non è ancora arrivato in Parlamento.
Gli sforzi compiuti sino ad ora rischiano di essere vanificati se l’iter del disegno di legge non subisce un significativo cambio di passo.
Il testo è fermo, in attesa del parere della Conferenza Stato – Regioni.
Senza questo passaggio il disegno di legge non può ritornare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che dovrà recepire le eventuali indicazioni allegate al parere, né essere poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Ciò significa che a distanza di 4 mesi il testo di Legge Delega non è ancora pubblico e quindi non è possibile conoscerne i contenuti, né avviare un dibattito pubblico.
Questo stallo impedisce alla norma di fare il passaggio successivo ovvero quello dell’approdo in Parlamento per l’avvio dell’iter di discussione e approvazione. Solo in tale sede costituzionale potrà essere dato il via libera allo schema di legge che conferisce il potere all’esecutivo di Governo di elaborare un Codice della Ricostruzione. Se almeno uno dei due rami del Parlamento non approverà la Legge Delega, non ci sarà possibilità neanche nella prossima Legislatura di riprendere le fila del percorso, portarla a discussione e approvazione.
La storia recente e il presente del nostro Paese, con il susseguirsi di scosse lungo tutta la penisola, mostra quanto frequenti e distruttivi possano essere questi fenomeni e quanto disuguali siano le scelte di ricostruzione che ne conseguono in assenza di una normativa organica. Da questo punto di vista, basti pensare agli eventi sismici di maggiore impatto degli ultimi 13 anni, dal 2009 in poi: L’Aquila, Emilia e Centro Italia.
Molte sono state le differenze tra questi territori, che hanno poi inciso sui diritti delle persone colpite, producendo disuguaglianze significative.
Tra le misure che mettono in evidenza questa disparità, , possiamo elencare: il contributo di autonoma sistemazione, CAS, destinato a famiglie o a singoli cittadini la cui abitazione è andata distrutta o sgomberata in seguito al sisma, e il diritto alla ricostruzione delle cosidette seconde case.
Per il sisma aquilano è stato riconosciuto un contributo inferiore per ogni singolo familiare rispetto a quello riconosciuto in Emilia e Centro Italia, dove peraltro l’ammontare massimo percepibile è superiore rispetto ad entrambi i terremoti precedenti, con differenze significative a seconda della composizione del nucleo familiare. Stessa situazione per il diritto di ricostruzione delle seconde case. In Centro Italia il contributo per le abitazioni dentro e fuori cratere sismico nei centri storici è pari al 100%, in Emilia e all’Aquila il contributo è stato sì concesso totalmente per le abitazioni nel cratere sismico e nelle zone perimetrate da ricostruire, ma erogato in percentuali minori per edifici situati fuori cratere o perimetrazione.
Solo con un quadro di regole codificate si potrà individuare un modello unico da seguire a garanzia dei diritti della popolazione coinvolta, dell’accelerazione della ricostruzione e della rigenerazione sociale, culturale ed economica dei luoghi.
È questa anche una delle richieste emerse con forza. Una campagna attorno ai temi della prevenzione e delle ricostruzioni in Italia che tra il 2019 e il 2020 ha coinvolto oltre 400 persone tra referenti di organizzazioni locali e nazionali, della comunità scientifica, del settore tecnico e istituzionale. Da questo percorso sono nate le “Linee Guida per una politica nazionale della prevenzione e delle ricostruzioni” presentate nel 2020 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La campagna ha preso un nuovo impulso con l’approvazione in Consiglio dei Ministri della proposta di Legge Delega per un Codice della Ricostruzione, con il proposito di esercitare pressione sui referenti istituzionali per accelerare l’iter di approvazione di questo testo.
In occasione del decennale della prima scossa del sisma in Emilia, il 20 maggio 2012 la rete si sta nuovamente mobilitando. Dopo aver scritto un appello a tutti i presidenti di Regione e Province autonome per superare lo stallo del testo, si è deciso di realizzare un’azione digitale. Un tweet bombing chiama in causa i referenti di Governo, Regioni e Province autonome per far sì che l’iter del disegno di legge verso il Codice della Ricostruzione si acceleri. Questa mobilitazione simultanea della rete #Sicuriperdavvero si prefigge anche di rilanciare nel dibattito pubblico, online e non solo, il tema delle ricostruzioni e della necessità di una normativa organica.
Perché è necessario e ormai indifferibile avere un insieme di norme che disciplinino e garantiscano equità, celerità, centralità delle persone colpite e dei territori impattati.
Perché il Paese non può più permettersi di attendere.