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Le donne nella gestione dell’emergenza in India | ActionAid Le donne nella gestione dell’emergenza in India | ActionAid

Le donne nella gestione dell’emergenza in India

La risposta alla crisi coronavirus.

ActionAid

20 Agosto 2020

Il racconto di Sarika Sinha, Direttrice Campagne e Comunicazione di ActionAid India, che ha coordinato la risposta all’emergenza alla crisi coronavirus a Bhopal.

 

La pandemia da Coronavirus ha portato molte difficoltà e disagi a un enorme numero di persone. In tutto il mondo, le persone hanno dovuto rivedere le loro priorità, riadattarsi rapidamente alle nuove circostanze, farsi avanti e dimostrare coraggio.

Bhopal, la città indiana dove abito e vivo, non fa eccezione.

Come Direttrice Campagne e Comunicazione di ActionAid India, lavorando da Bhopal, ho visto il nostro staff e i nostri volontari dimostrarsi incredibilmente pieni di risorse mentre ampliavamo i nostri servici e cercavamo di proteggere le fasce più vulnerabili della nostra società da questa terribile malattia.

Una delle nostre iniziative chiave qui a Bhopal è il centro (n.d.E: The Gauravi One-Stop Crisis Centre), nato nel 2014 grazie a un partenariato con il Governo, che offre supporto alle donne che hanno subito violenza. Abbiamo aiutato più di 30.000 donne a superare il trauma e inaugurare un nuovo capitolo nella loro vita, fornendo supporto psicologico, legale ed economico.

Cosa è cambiato con la pandemia?

Il nome del nostro centro per le donne è “Gauravi”, che significa “cuore impavido”. Negli ultimi mesi, durante l’epidemia da Coronavirus, questo nome ha assunto un significato completamente nuovo.

Ad esempio, ci sono una dozzina di donne, che hanno imparato a guidare risciò elettrici e che in questo periodo li utilizzano per consegnare beni di prima necessità e aiuti d’emergenza alle persone più vulnerabili nella nostra città. Stanno usando questi veicoli – originariamente pensati come un fonte di sostentamento ecologica – per portare cibo, kit igienici e altri beni di prima necessità a quanti sono vulnerabili e a maggior rischio, inclusi le sex workers, i membri della comunità transgender, le minoranze musulmane e i senzatetto.

Donne coraggiose

Queste donne - prosegue Sarika – stanno portando il significato del nome Gauravi, cuore impavido, a un nuovo livello.

Quando la pandemia è entrata nella nostra comunità, il Centro Gauravi è diventato un hub fondamentale per fornire supporto a persone e famiglie colpite dal virus e dagli effetti del lockdown. Contemporaneamente, abbiamo continuato a portare avanti il nostro lavoro a supporto delle donne colpite da violenze e abusi.

Le volontarie non lo stanno facendo per soldi. Come molte persone in tutto il mondo, stanno dando una mano perché ci tengono, perché vogliono fare la loro parte.

Sono fonte di ispirazione

Per organizzare la nostra risposta al virus, abbiamo collaborato con circa 18 diversi gruppi e organizzazioni della zona, tra cui mense e rifugi. Grazie alla collaborazione di tutte queste persone straordinarie che hanno lavorato e lavorano insieme tutto il giorno, siamo state in grado di distribuire quotidianamente scorte di cibo a lunga conservazione alle persone maggiormente a rischio esclusione.

Chiaramente ci sono stati problemi di rifornimento. Come in altri Paesi, abbiamo avuto paura di esaurire i dispositivi di protezione personale, che sono indispensabili per la sicurezza delle nostre volontarie e volontari.

C’è stato un momento in cui l’intero dipartimento di sanità di Bhopal è stato colpito dal virus, proprio perché lavoravano in prima linea. Circa 90 persone si sono ammalate contemporaneamente.

È stato allora che le autorità hanno adottato un lockdown particolarmente restrittivo. Per circa una settimana, la mia famiglia è rimasta a casa con pochissimo cibo e abbiamo dovuto mangiare meno del solito per far durare le provviste il più possibile.

Gestire il Gauravi Centre in emergenza

All’inizio di aprile mi sono ammalata anche io. Ho avuto la febbre e la pressione alta, la tosse e ho perso il senso del gusto e dell’olfatto. Sono dovuta restare in quarantena a casa per molte settimane. Così ho passato molte ore al giorno al telefono per coordinare il lavoro dello staff.

Adesso mi sono ripresa e ho avuto esito negativo al test per il Covid19. La mia vista è ancora molto movimentata e lavoro dalle prime ore del mattino a tarda notte.

Non sono certo l’unica a farlo! La nostra straordinaria squadra di volontarie e volontari e lo staff di ActionAid stanno facendo lo stesso, e nessuno si lamenta. Sono grata a ciascuno di loro per aver sostenuto il lavoro di ActionAid, permettendoci di ampliare il nostro raggio d’azione e non occuparci solamente delle donne accolte nel nostro centro, ma di supportare tutta la città di Bhopal e salvare vite. 

Traggo molta forza da ciò che sta succedendo grazie all'appoggio dei sostenitori di ActionAid e al lavoro di tutti noi. Le storie delle persone che abbiamo aiutato con le distribuzioni mi danno forza e speranza.

 

(Qui il testo originale in inglese pubblicato da ActionAid UK)

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