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Decreto sicurezza: dalla carta alla realtà | ActionAid Decreto sicurezza: dalla carta alla realtà | ActionAid

Decreto sicurezza: dalla carta alla realtà

Le preoccupazioni degli amministratori locali sono anche le nostre.

Marco De Ponte - Segretario Generale

10 Gennaio 2019

Decreto Sicurezza, le preoccupazioni degli amministratori locali sono anche le nostre.

Il decreto Sicurezza sta diventando realtà sui territori italiani. Le norme scritte passano dalla carta alla concreta applicazione, generando conseguenze sulla vita delle persone e delle comunità. Molte delle preoccupazioni espresse da ActionAid durante la discussione della legge si stanno concretizzando. Ora è chiaro che l’abrogazione della protezione umanitaria ha prodotto un netto cambio di paradigma, aumentando il rischio di esclusione e di marginalità sociale. Anche i cambiamenti imposti al sistema Sprar, come si temeva, stanno drasticamente diminuendo la possibilità di integrazione.

Secondo l’ISPI, tra giugno 2018 e dicembre 2020, il numero degli irregolari in Italia aumenterà di 140mila unità, più del doppio delle quali in seguito al decreto Sicurezza. Moltissimi tra i richiedenti asilo che sarebbero stati riconosciuti meritevoli di protezione umanitaria rischiano di scivolare nell’irregolarità. Allo stesso modo gli attuali titolari di protezione umanitaria, se non potranno convertire il permesso di soggiorno in motivi di lavoro, non ne otterranno il rinnovo diventando dunque irregolari e saranno loro negati diritti basilari. L’impossibilità di iscriversi all’anagrafe per i richiedenti asilo – nonostante il riferimento al domicilio come misura di garanzia dell’accesso ai servizi e ai diritti - si tradurrà con tutta probabilità nella negazione di servizi di base come salute e istruzione. E anche di un lavoro regolare, aumentando la percentuale già drammatica di sommerso nel nostro Paese.

Non è un caso quindi se in queste settimane sono stati proprio alcuni rappresentanti degli enti locali, che rappresentano le istituzioni più vicine ai territori e alle comunità, ad assumere delle posizioni nette contro il decreto. Anche se con toni e sfumature diverse, moltissimi amministratori su tutto il territorio stanno contestando le nuove norme, preoccupati per la garanzia dei diritti e per l’impatto sociale di un testo che ha cambiato in maniera sostanziale e restrittiva le politiche migratorie in Italia. La giunta regionale toscana ha autorizzato la presentazione di un ricorso alla Corte Costituzionale per violazioni di diritti fondamentali ed universali e violazioni di competenze delle Regioni. Altre amministrazioni regionali stanno valutando di seguirne l’esempio.

ActionAid solidarizza con gli amministratori, comprendendo le preoccupazioni di chi si trova a gestire concretamente gli effetti del decreto e di prescrizioni che arrivano a confliggere con i diritti delle persone. Pur non chiamando alla disobbedienza nei confronti della legge, non stupisce che si stiano levando dubbi di costituzionalità e difficoltà nell’attuazione.

ActionAid si è già mobilitata perché il testo della legge fosse migliorato. Lo scorso ottobre ha lanciato un appello a tutti i Comuni d’Italia per l’approvazione di un ordine del giorno per contrastare gli effetti del decreto sul territorio. In questa fase, continuerà a mobilitarsi affinché vengano messi in discussione almeno gli aspetti più critici della legge, anche attraverso la riattivazione di un dialogo efficace tra gli enti locali e il governo, nel rispetto dei diritti umani e di quelli sanciti dalla nostra Costituzione.

(Fonte: huffingtonpost.it)

 

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