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11 Luglio 2024
A cura di Bianca Marta Imbriani, Redazione Gratosoglio
Nel lontano 1952, l’ondata della ricostruzione post-bellica positivista e democratica si è diffusa in tutta Europa facendosi ispirare dalla dura e costruttivista cultura russa e tedesca in ambito architettonico e urbanistico per rispondere ad una richiesta semplice quanto urgente: la casa.
A sud di Milano, nel quartiere Gratosoglio — all'epoca un'area rurale di campi e cascine simile al resto dell'hinterland milanese — venne realizzato, da zero, un nuovo quartiere capace di ospitare 20.000 persone. L'area si caratterizza per un’imponente verticalità, simboleggiata dalle Torri Bianche: lunghi parallelepipedi che si ergono nel cielo con audace irriverenza. Gli appassionati di architettura brutalista riconosceranno immediatamente lo stile del celebre gruppo di architetti BBPR, gli stessi dietro al progetto della nota Torre Velasca.
Il vasto piano urbanistico di Gratosoglio mirava a creare un quartiere autosufficiente, completo di tutti i servizi necessari a una comunità. Tuttavia, come altri progetti simili, non ha raggiunto i suoi obiettivi.
L'ambizione di democratizzare l'abitare in contesti popolari si è scontrata con i problemi sociali ed economici della classe operaia, risultando in un'illusione piuttosto che in una soluzione efficace. Ne è conseguita una marginalizzazione dal centro cittadino e dalle altre aree.
La marginalizzazione di Gratosoglio è dovuta a una combinazione di fattori complessi e interconnessi. L'isolamento geografico ha complicato l'integrazione con il resto della città, sia per i trasporti sia per l'accessibilità ai servizi. I quartieri autosufficienti, come Gratosoglio, progettati per avere vari servizi, non hanno funzionato come previsto, riducendo l'attrattiva locale. La chiusura delle fabbriche ha costretto i residenti a spostarsi per lavoro, trasformando Gratosoglio in un "quartiere dormitorio". La mancanza di investimenti nella manutenzione ha portato al degrado degli edifici e delle infrastrutture, alimentando un senso di abbandono e problemi sociali come la criminalità. In sintesi, la marginalizzazione deriva da pianificazione urbanistica inadeguata, condizioni socioeconomiche sfavorevoli e scarsi investimenti, creando un ciclo difficile da interrompere.
A Gratosoglio sono però rimaste le persone, le loro abitazioni e alcuni segni di quel pensiero emancipato tipico del periodo post-bellico, come l’attenzione alla scolarizzazione.
Il quartiere, infatti, è ricco di strutture scolastiche che però oggi, a causa della riduzione delle iscrizioni, non sono più in uso e hanno assunto nuove funzioni.
Un esempio è lo Spazio Baroni85, che precedentemente aveva la funzione di scuola dell’infanzia e da un anno è diventato uno spazio dedicato a ragazzi e ragazze.
Questa struttura, di proprietà del Comune di Milano, si estende orizzontalmente con ampi saloni per la condivisione, aule spaziose e un vasto giardino che la circonda. Lo spazio si caratterizza per la ripetizione geometrica del quadrato, creando un ambiente che si integra silenziosamente tra gli alberi.
Dopo aver vinto il bando del Comune di Milano, nel 2023, noi di ActionAid Italia in collaborazione con Cooperativa Zero5, 232 aps, CSI Milano e Consorzio SIR, abbiamo gradualmente rivitalizzato lo spazio attraverso un percorso partecipativo.
Inizialmente è stata istituita un'assemblea composta dalle associazioni vincitrici del bando, dalle/dai cittadini e da altre realtà interessate al progetto.
Questo gruppo ha dato vita alle prime attività, laboratori ed eventi in Baroni85, creando un crescente interesse nella popolazione giovanile, nonostante alcune difficoltà iniziali. È fondamentale, infatti, non dimenticare il contesto complesso in cui operiamo e il target specifico al quale ci rivolgiamo (14 – 25 anni), elementi che possono facilmente generare fraintendimenti e percezioni di imposizione non desiderata sul territorio.
Da ottobre 2023 abbiamo inaugurato una stagione ricca di attività e iniziative. Si sono create varie sinergie tra realtà e nuove collaborazioni tra cui quella con SKY Italia che ha progettato e costruito all’interno dello spazio un Digital Hub che mette a disposizione della comunità una serie di strumenti per la produzione digitale.
Nuove connessioni si sono create anche tra noi giovani: abbiamo iniziato a frequentare lo spazio, tra gli incontri in aula studio, laboratori di rap, breakdance e sport.
All’interno del laboratorio di co-progettazione Future Space è nato ad esempio un nuovo gruppo di ragazzi e ragazze del territorio impegnati a portare avanti idee e progetti incentrati sulla sostenibilità e la co-gestione futura dello spazio.
Il gruppo sta al momento lavorando allo sviluppo del progetto G.R.A.T.O., grazie alla selezione alla prima fase del Bando de La Città dei Giovani, promosso da Fondazione di Comunità Milano, con consegna prevista per settembre 2024. All’interno del progetto stiamo portando avanti due idee per la sostenibilità dello spazio che rispecchiano un’analisi approfondita del territorio, un’emersione dei bisogni e dei desideri dei giovani di Gratosoglio e non solo.
Una delle idee sviluppate prende il nome di Gratosogno e si basa sulla ricerca accademica “Gratosogno: un’esperienza di valorizzazione partecipata in un quartiere della periferia milanese”, che offre una riflessione sulla valorizzazione del patrimonio e della memoria collettiva del quartiere. Il progetto mira a creare un punto di riferimento culturale che collega passato e presente, promuovendo creatività e sviluppo sociale tra le e i giovani.
Parte integrante di questo progetto è la redazione Gratosogno, che firmerà i prossimi articoli riguardanti la storia, gli aggiornamenti e le curiosità su Spazio Baroni85 per il blog di ActionAid.
Il team di Gratosogno si impegnerà a mantenere un'analisi costantemente aggiornata del contesto in cui opera, arricchendo i contenuti con una prospettiva che rispecchia l'interesse della nostra linea editoriale focalizzata su arte e cultura con l’auspicio di tutelare e valorizzare il patrimonio territoriale materiale e immateriale.
A Baroni85 crediamo fermamente che ridare spazio alla partecipazione delle/dei giovani sia fondamentale per permettere loro di riappropriarsi dei propri desideri e diventare consapevoli del loro ruolo nella società, contribuendo così alla costruzione di una comunità più dinamica, inclusiva e capace di affrontare le sfide future con creatività e consapevolezza. Inoltre, le/i giovani del territorio sono determinati a riscattare un luogo che molti abbandonano e considerano brutto e malfamato, dimostrando che è possibile trasformarlo in qualcosa di cui sentirsi orgoglios*.
Questa visione è particolarmente rilevante nelle periferie, dove il potenziale per un cambiamento positivo e inclusivo è immenso. Le/i giovani di Gratosoglio, con il loro impegno e la loro energia, stanno dimostrando che anche i luoghi considerati marginali possono diventare centri di innovazione e di vita comunitaria.