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3 Luglio 2024
A cura di Rainer Maria Baratti
Collaboratore Programma Risk Management, per l’Unità Resilience
Il 30 settembre 2019 il Comune di Bologna, per effetto di una lunga mobilitazione del movimento ambientalista, ha dichiarato l’emergenza climatica ed ecologica proponendo, fra le iniziative da adottare per affrontarla, l’indizione di assemblee cittadine.
Nel 2023, dopo un lungo percorso che ha portato alla modifica dello Statuto comunale e del Regolamento “sui diritti di partecipazione e informazione dei cittadini”, si è tenuta la prima Assemblea cittadina per il clima di Bologna che noi di ActionAid, in collaborazione con l’Osservatorio Italiano delle Assemblee Cittadine ed Extinction Rebellion Bologna, abbiamo avuto modo di osservare e valutare.
Le Assemblee deliberative sul clima costituiscono una specifica forma di partecipazione basata sulla teoria della democrazia deliberativa. Queste prevendono il coinvolgimento di un campione di cittadine e cittadini, selezionati tramite sorteggio con lo scopo di riprodurre le stesse caratteristiche socio-demografiche di una popolazione di riferimento (locale, regionale, nazionale, etc.), che, ascoltando esperienze e punti di vista di portatori d’interesse diversi e acquisendo informazioni scientifiche, apprendono per poi discutere e decidere collettivamente raccomandazioni e proposte su alcuni aspetti della crisi climatica.
Gli ingredienti essenziali di un'assemblea sono: il campione rappresentativo estratto a sorte; l’oggetto chiaro e specifico su cui le e i cittadini sono chiamati a decidere; la disponibilità di informazioni equilibrate e neutrali; il tempo a disposizione sufficiente per formulare raccomandazioni e proposte grazie all’accompagnamento di facilitatrici e facilitatori.
L’Assemblea di Bologna si è tenuta dal 29 maggio all’8 novembre 2023 e per questa prima esperienza sono state selezionate 100 persone suddivise in:
Il percorso dell’Assemblea bolognese è durato 9 incontri suddivisi tra le seguenti 4 fasi:
Le cittadine e i cittadini hanno elaborato sei raccomandazioni articolate in ventiquattro proposte e centoventisei azioni (il 16% riguarda la mitigazione, il 52% l’adattamento, l’11% gli strumenti amministrativi e il 21 % la sensibilizzazione e partecipazione civica). Il 26 febbraio 2024 il Consiglio comunale ha formalmente approvato tutte le proposte; la maggior parte con riserve legate o alla necessità di uno studio di fattibilità o alla competenza in materia dell’amministrazione secondo le norme vigenti.
Con l'atto di delibera il comune di Bologna ha dato impulso agli organi competenti di inserire le proposte nel ciclo di programmazione del comune attraverso diversi strumenti amministrativi. Inoltre, le proposte sono state inserite quale parte integrante di un Contratto climatico della città, un patto sottoscritto da soggetti pubblici e privati, promosso nell’ambito della più ampia Missione Clima di Bologna, che si prefigge come obiettivo quello di arrivare alla neutralità climatica nel 2030.
Sull’effettiva attuazione delle raccomandazioni vigilerà il Comitato di monitoraggio, previsto formalmente dal Regolamento, a cui si aggiunge l’associazione “I 100 per il Clima”, formatasi spontaneamente al termine del percorso; in entrambi i casi i membri sono partecipanti dell’Assemblea
Le assemblee deliberative rappresentano un’ambiziosa innovazione democratica che ha attirato un notevole interesse e che si sta diffondendo in molti Paesi a diversi livelli di governo, tant’è che dal 2020 l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha iniziato a parlare della crescente “ondata deliberativa”.
Le assemblee riconoscono il protagonismo della cittadinanza in quanto fondamentale per affrontare attivamente le crisi e innescare processi di innovazione in grado di ripensare i nostri meccanismi di governo in un'ottica di lungo periodo che vada oltre il momento elettorale.
Inoltre, questi esperimenti di democrazia potrebbero redistribuire il potere decisionale attraverso l’istituzione di processi più inclusivi, in grado di coinvolgere un gruppo di persone più eterogeneo e contribuire alla realizzazione del diritto della cittadinanza di partecipazione ai processi decisionali in materia di ambiente e clima (riconosciuto ad esempio dalla Convenzione di Århus del 1998). In questo modo, nel caso delle politiche climatiche, possono riflettere maggiormente gli interessi, i comportamenti e i bisogni della cittadinanza.
Complessivamente, anche se il mandato è risultato decisamente troppo ampio in relazione al tempo e alle risorse disponibili, la prima Assemblea per il Clima di Bologna si è dimostrata essere una promettente esperienza innovativa, valutata positivamente da parte delle e dei partecipanti.
L’esperienza di Bologna è riuscita, inoltre, ad assicurare un buon equilibrio di genere tra le e i partecipanti (49% uomini e 51% donne), a includere dodici persone con un background migratorio e ad assicurare una buona rappresentanza giovanile (pari al 22% del totale)) nell’elaborazione di proposte che potessero rappresentare diversi punti di vista.
Oltre il 90% delle e dei partecipanti che hanno risposto al questionario post-Assemblea hanno ritenuto che le informazioni siano state sufficienti ed equilibrate. L’Assemblea ha quindi permesso a chi vi ha preso parte una maggiore conoscenza sui temi legati ai cambiamenti climatici sulla base delle informazioni fornite da expertise e stakeholders di diversa tipologia. Pur prevedendo una procedura basata sulla manifestazione di interesse aperta a tutti gli attori, non è stato possibile a garantire la presenza di molti stakeholders rilevanti nella città o che erano stati coinvolti nelle fasi prima dell’inizio dell’assemblea, come l’università di Bologna e l’azienda Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna (TPER).
Noi di ActionAid, in collaborazione con l’Osservatorio Italiano delle Assemblee Cittadine ed Extinction Rebellion Bologna, abbiamo elaborato un rapporto di valutazione con lo scopo di innescare processi di apprendimento sociale volti a migliorare l’organizzazione di futuri processi deliberativi, oltre che a comprendere le reali potenzialità di questo istituto democratico e rendere queste esperienze innovative sempre più legittime e inclusive.
Il rapporto è frutto del lavoro di osservazione diretta degli incontri, della somministrazione di un questionario in entrata ed uscita alle e ai partecipanti e di interviste semi-strutturate condotte con tanti attori diversi che hanno fatto parte della galassia dell’Assemblea. In esso è contenuta la valutazione di ogni singola fase del percorso, le successive conclusioni a cui si è giunti e le raccomandazioni finali per migliorare la qualità dei processi deliberativi.