L’importanza dei dati e delle informazioni in materia di politiche migratorie e di accoglienza delle persone richiedenti protezione internazionale.
Negli ultimi tre anni le persone accolte in Italia sono diminuite del 42%. Possiamo quindi affermare a partire dai dati, che un’emergenza migranti nel nostro Paese non c’è. È il sistema dell’accoglienza a operare in maniera emergenziale, dato che 7 migranti su 10 sono accolti in centri straordinari.
Di come funziona il sistema e a che punto siamo nel monitoraggio di esso, ne abbiamo parlato anche all’evento “Comunicare l’emergenza: una sfida tra dati, parole e retorica”, che si è tenuto all’interno del Festival della Partecipazione,.
Tra i vari argomenti toccati durante l’evento, il tema dei dati e della gestione delle informazioni che riguardano le migrazioni è stato al centro dell’ultimo panel. In questo spazio, affiancandoci all’introduzione fatta da Annalisa Camilli di Internazionale che ha tracciato uno scenario globale, abbiamo brevemente riepilogato il lungo percorso del lavoro che noi di ActionAid portiamo avanti dal 2017 in ambito di accoglienza dei rifugiati e richiedenti protezione internazionale. Un percorso, per l’appunto, fatto di raccolta e divulgazione di informazioni, battaglie legali, collaborazione con enti di diversa natura, costruzione e lancio della piattaforma Centri d’Italia.
Il vuoto informativo sui dati
Abbiamo inoltre approfittato dell’occasione per spiegare che la necessità di questo lavoro nasce da un profondo vuoto informativo. Vuoto che abbiamo contribuito a colmare ma che, nonostante i nostri sforzi, ancora oggi manca di molte informazioni utili per ricostruire un quadro realmente esaustivo. Basti pensare che l’unico strumento di reale trasparenza sul sistema di accoglienza, ovverosia la relazione che il Ministero dell’Interno è obbligato a presentare annualmente al Parlamento, viene condivisa sistematicamente in ritardo o, in base alle informazioni in nostro possesso ad oggi, non presentata del tutto. È il caso della relazione contenente i dati del 2020. Informazioni che, ovviamente, continueremo a richiedere, ricostruire e diffondere prontamente.
Un’emergenza tutta politica
Il punto chiave del nostro intervento, tuttavia, si è mosso intorno alla necessità di chiarire che, dal nostro punto di vista, il sistema di accoglienza dei rifugiati e richiedenti protezione internazionale non è in emergenza.
Grazie al lavoro di analisi svolto in questi anni sappiamo che il sistema di accoglienza si è fortemente contratto tra il 2018 ed il 2020, passando da una capienza di 170.000 persone a 100.000. Sappiamo, inoltre, che sono stati chiusi oltre 3000 centri e che a pagare lo scotto maggiore sono stati i centri piccoli che hanno perso migliaia di posti. Però, il dato più importante è che, nonostante i numeri brevemente menzionati e raccolti con maggiore dettagli tanto nella piattaforma che nell’ultimo report dal titolo L’emergenza che non c’è, l’accoglienza è in emergenza non a causa del numero delle persone accolte, quanto piuttosto della modalità di gestione del sistema.
Nel 2015 oltre il 70% delle persone venivano accolte nel sistema emergenziale a discapito del sistema ordinario. Nel 2021, nonostante il numero di persone accolte sia nettamente inferiore, questa percentuale è rimasta pressoché invariata.
Questo significa che ad essere in emergenza è la politica che continua a trattare l’accoglienza come una politica di sicurezza utilizzando la chiave di lettura dell’emergenza per giustificare questo approccio.
È arrivato il momento, come è chiaramente emerso durante il dibattito, di cominciare a pensare all’accoglienza non più come una politica di sicurezza, quanto piuttosto una politica sociale, capace di guardare ai fenomeni migratori in maniera strutturale, arricchendosi, nell’analisi delle complessità, anche dalla politica estera.
È arrivato il momento di ricordare che la vera emergenza sono le persone che muoiono per attraversare le frontiere.